Sostenibilità: a Bologna Design Week 2019 senza ipocrisie
Nella lotta per la salvezza del pianeta il termine sostenibilità sembra perdere via via il suo significato più autentico. Bologna Design Week 2019 conferma lo spirito di una città aperta, multicultrale e soprattutto sincera. Durante la settimana numerosi gli eventi e le iniziative dedicate ai temi globali che dalle risposte concrete passano a soluzioni pratiche da attuare nel qui e ora. Un fare consapevole e onesto che con coraggio non nasconde i limiti di abitudini radicate e forse irreversibili.
L’architettura contemporanea è la sintesi per un dialogo tra passato e futuro
Mario Cucinella Architects arriva in netto anticipo rispetto all’attuale emergenza delle sfide globali. La sostenibilità è un pensiero costruito su una lunga esperienza fatta di strategie energetiche e ambientali. Filosofia progettuale che parte dai luoghi in cerca di complicità con natura e clima. Building Green Future è un’iniziativa articolata. Una proiezione, un talk e una mostra. L’altro Spazio è un docufilm, il racconto di un viaggio alla ricerca delle radici di un sapere stratificato attraverso la storia millenaria del paese. Scheletri post industriali e aree spopolate che vivono in stato di abbandono. L’architettura contemporanea è la sintesi per un dialogo tra passato e futuro. Pensare sostenibile nel cuore di Bologna è invece il titolo della mostra allestita al Liceo Artistico Arcangeli che prevede un incontro inaugurale sulle tematiche legate all’impegno delle forze governative per affrontare i cambiamenti climatici. Impegno che condiziona anche le scelte individuali.
Come un albero che si insinua all’interno dello spazio
La sostenibilità è raccontata con un’esposizione di metoldologie progettuali. Dall’olistica della ricerca all’artigianalità di modelli, alle tecnologie di modeling e stampa 3d. Una rassegna di elaborati grafici, diagrammi, studi ambientali e bioclimatici. Render e immagini tridimensionali si sussseguono attraverso una scultura di carte, come un albero che si insinua all’interno dello spazio e che inivta lo spettatore a scoprire le risposte alle necessità delle generazioni future.
Scegliere metodi biodinamici, sani e puliti, che non richiedono l’uso di sostanze chimiche
O Way è un mondo che nasce sulla sostenibilità. Un percorso nella cosmetica naturale iniziato nella prima metà del secolo scorso. Sta a significare Organic Way e prima di ogni cosa viene il suo manifesto. Agricosmetics, è un marchio registrato, significa coltivare piante, fiori e arbusti medicinali e aromatici a chilometro zero nell’Ortofficina, la tenuta di proprietà sulle colline bolognesi. Scegliere metodi biodinamici, sani e puliti, che non richiedono l’uso di sostanze chimiche. Eliminare gli imballaggi superflui e utlizzare esclusivamente carta, legno, metallo, cotone e materiali ecosostenibili. Significa utilizzare l’energia rinnovabile per ridurre l’impatto ambientale. Un modo di pensare e di vivere attraverso scelte consapevoli.
Nel rifiuto può nascondersi la risorsa per riscrivere il mondo
A Bologna Design Weerk 2019 portano il loro progetto di sostenibilità in collaborazione con Eta Beta, cooperativa sociale bolognese che ricorre all’artigianato di qualità come ricetta contro le difficoltà. E così fanno anche con i contenitori in vetro degli agricosmetici Oway, riciclabili al 100% e per un numero infinito di volte. Un incontro dal quale nascono oggetti di design ricercati, belli e funzionali. Creatività, diversità e marginalità sociale diventano strumento per riaccostarsi alla natura valorizzando la materia recuperata. Il furturo è nel rifiuto è il titolo dell’evento di Upcycling solidale. Riscrive il destino del contenitore cosmetico e lo converte in un oggetto unico, dimostrando le potenzialità del riuso a sostegno di un nuovo modello di solidarietà ed economia circolare L’allestimento dello showroom di via Ugo Bassi, esalta il lavoro di persone con fragilità e promuove comportamenti eco-attivi, rivelando che proprio nel rifiuto può nascondersi la risorsa per riscrivere il mondo.
Senza aspettare chi pensa di salvare il mondo frignando al cospetto dei potenti
Queste due iniziative mi forniscono lo spunto per esprimere quello che penso realmente sull’uso che attualmente viene fatto della parola sostenibilità:
“Come in ogni cosa che diventa tendenza, grido collettivo, manifesto globale, il rischio è che si perda in genuinità. Il titolo scelto per questo articolo rappresenta l’idea che mi sono fatto. Ho la netta sensazione di trovarmi sempre più spesso di fronte a ipocrite simulazioni di virtù che poco c’azzeccano con effettivi comportamenti eco sostenibili. Non basta urlare inalzando pugni chiusi. Bisogna prima sapere e poi fare. Conoscere per poter fare. C’è chi fa, e lo fa bene da decenni. Senza aspettare chi pensa di salvare il mondo frignando al cospetto dei potenti, tirandoli per la giacchetta. C’è chi fa perchè consoce e sa. Perchè non ha buttato via tempo manifestando in mezzo alla strada inneggiando ai sacchi di juta”.
Inutili certi fondamentalismi radical chic massificati
C’è anche chi non si nasconde dietro un dito. E molto onestamente considera quei limiti insormontabili dovuti a costumi e abitudini radicate nel consumismo incontrollato, che sembra, ahimè, irreversibile. In quanti vorrebbero fare un passo indietro? Leggendo Serge Latouche mi rendo conto di quanto siano inutili certi fondamentalismi radical chic massificati che potrebbero invece cedere il passo alla diffusione di pratiche di conversione, incentivi per processi culturali continuativi aziendali e sociali e programmi didattici interdisciplinari sin dalle primarie, dentro le scuole, non fuori.
Ci vuole coraggio
In giro per Bologna e leggendo il programma della Design Week mi sono chiesto il perchè di certi eventi a bsae di plastica. Pensavo, ci vuole coraggio nel 2019, dove le generazioni di millenials passano con facilità dalle sociologiche X,Y,Z a una più formale e senza sostanza G. Poi ho capito. Faraway so Close è l’evento proposto da Zoo, spazio polifunzionale. Da qualche anno propone mostre di illustratori contemporanei con incursioni nel mondo del visual e della narrazione per immagini.
“A fine estate ho guardato dentro al bidone della spazzatura differenziata di una pizzeria, dove tutti avevano buttato la cosa sbagliata, nel posto sbagliato. I bicchieri erano compostabili, ma erano finiti nello scomparto della plastica, i tovaglioli sporchi erano nell’indifferenziato. Ho pensato che valeva la pena fare un’installazione su questo: quanto siamo vicini al distruggere tutto e quanto siamo lontani dall’averne paura”.
Così Laura Principe introduce la rssegna di 500 oggetti di plastica per ricordarci che stiamo per essere sommersi. Affascinante, colorato, duttile, pratico, dai diciamolo, anche attraente. È il materiale più diffuso sul globo. Nel secolo scorso ha cambiato le sorti della produzione, oggi ci sta soffocando. Una scelta tanto provocatoria quanto intelligente, per indurre a riflettere su usi e abusi, cercando di ammettere con sincerità che siamo lontanissimi dal potercene separare, ma di fatto molto vicini a esserne sopraffatti. Non è facile rinunciarci anche se le risorse alternative sono molte. L’onestà sta in questo: le scelte eco friendly non sono sempre funzionali, né genuinamente efficaci. Meglio chiarirlo. Per la sostenibilità si può fare davvero tanto, ma non tutto.
Incessante ricerca, sperimentazione e grandi investimenti
All’inizio degli anni 80 il design con la d maiuscola ci ha fatto pure una rivoluzione. Ma come tutte le rivoluzioni tocca poi ai posteri depositare drammatici blianci (pensate al 68 dove ci ha portati). La presenza di Kartell alla Bologna Design Week 2019 con La cultura della plastica non mi ha lasciato indifferente. Quale tra i love brand più si associa a questo controverso materiale? Quindi, cosa c’entra con la sostenibilità? E invece. Smart Wood, firmata da Philippe Starck, è una collezione che declina i processi produttivi industriali della plastica al legno. Strati sottili lavorati in stampi portano al limite curvature che danno forma a scocche tondeggianti. Grazie a incessante ricerca, sperimentazione e grandi investimenti, l’azienda prosegue nella mission Kartell Loves the Planet che valorizza buone pratiche per ridurre l’impatto della materia sull’ambiente.
Il Programma completo con date e luoghi sul sito Bologna Design Week 2019
Funkdesign.it, media partner ufficiale, seguirà l’evento day by day da lunedi 23 a sabato 28 con post sul blog , su Instagram, con le IG Stories, e anche con live e updates sulla pagina FB, e sul profilo personale di FB.
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