Alpha District: la novità del Fuorisalone 2020 suggerita dal territorio
Parte dal principio che sta alla base di ogni evoluzione. Movimento è il concetto sul quale si fonda Alpha District. Al Fuorisalone 2020, Milano avrà un nuovo distretto. Laddove da sempre la città è strettamente connessa all’industria automobilistica, il suo substrato è oggi protagonista di una metamorfosi urbana, in cerca di identità. Il team multidisciplinare di Foro Studio racconta a funkdesign.it i motivi e le prospettive di questa nuova sfida.
Tessuti urbani che svelano trame
Dal 2014 traformano marchi in spazi da vivere attraverso esperienze emotive, cognitive e sensoriali. Architettura, design, strategia e marketing gli ingredienti base per Foro Studio. Come in un’orchestra, 5 professionisti lavorano fianco a fianco avvicinando competenze differenti per realizzare opere in armonia. Sono abituati a studiare e analizzare i tessuti urbani che svelano trame, dalle origini storiche al presente. Si domandano come creare identità dove lo sviluppo ridisegna i confini di aree forse troppo estese per autoaffermarsi attrverso le sole paculiarità.
Città senza frontiere, vocata allo sviluppo, al lavoro e all’accoglienza
Alpha District coprirà una parte molto vasta della città, quella che dalla Cagnola arriva fino ai confini della vecchia Fiera attraversando il nuovo Portello e il vecchio QT8. Architetture e infrastrutture di oggi sorgono su un pezzo di storia che consacra Milano, in tempi non sospetti, come città senza frontiere, vocata allo sviluppo, al lavoro e all’accoglienza. Il quartiere regalato all’ottava edizione della Triennale da Piero Bottoni nel 1947, costruito per garantire alloggi agli sfollati della guerra e pensato per essere autonomo; Gli stabilimenti produttivi dell’Alfa Romeo e le attività commerciali dell’indotto legate al settore automobilistico sulla strada del Sempione. Proprio li, ci voleva la benzina e la stazione di servizio Agip Supercortemaggiore, commissionata da Enrico Mattei all’architetto Mario Bacciocchi, diventava, negli anni 50, il punto di partenza per avvicinarsi all’Europa attraverso la Svizzera.
Soddisfare bisogni partendo dalle caratteristiche radicate del territorio
Non è mai superfluo ripercorrere la storia. Solo in questo modo si comprendono a fondo i perchè di un crescente sviluppo. E così hanno fatto Claudia Oldani, Fabio Romenici, Alessandro Pennesi, Giuseppe e Salvatore Ponzo, ideatori, organizzatori e art director di Alpha District, prima di proporre il loro progetto al Comune di Milano. Conoscendo le origini, hanno saputo presentare un piano in grado di soddisfare bisogni partendo dalle caratteristiche radicate del territorio. Osservando la mappa mi faccio diverse domande. Da qualche anno considero superato il termine distretto per il Fuorisalone. Ad aprile, ogni angolo della città sembra contagiato dalla Milano Design Week fever. Operatori e design addicted fanno sempre più fatica a scegliere itinerari e luoghi. Tutta la città è oramai un grande distretto. Mi dichiaro aperto ad ogni novità ma, con un po’ di ironia, chiedo: ne avevamo bisogno?
La necessità di mettere in relazione
La riqualificazione di queste aree in questi ultimi anni ha investito in un forte e veloce sviluppo sia abitativo che produttivo. La zona è costellata da architetture audaci, vicine nello spazio, lontane nel dialogo. Salvatore Ponzo rigira quindi la domanda:
“quest’area aveva bisogno di diventare distretto? Consideriamo la necessità di mettere in relazione tante nuove realtà. Abbiamo studiato il potenziale dell’intera area. Molti interventi sono nati senza piani di gestione territoriale, senza un vero e proprio coordinamento cittadino. Per fare un esempio, Casa Milan, LG e Vittoria Assicurazioni si sono ritrovati vicini di casa, senza capire il motivo. Si affacciano su Piazza Gino Valle, un enorme basamento che non avvicina, anzi allontana. Il percorso ciclopedonale che lo collega al Parco Portello degli architetti Jencks e Kipar e agli edifici residenziali di Cino Zucchi non facilita il contatto”
Come i cittadini vorrebbero vivere questi luoghi
Impresa tutt’altro che facile quella di Alpha District. Una superficie così ampia potrebbe risultare dispersiva. Più semplice dare un’identità a piccoli agglomerati. Affermarsi come punto di riferimento sembra in questo caso una missione impossibile.
“L’intera zona è ricca di interventi architettonici ma si deve andare oltre il mattone, tanti gli spazi aperti che non sono stati ancora valorizzati. Lo skyline attira attenzione ma non induce a porsi delle domande. Vogliamo chiederci come i cittadini vorrebbero vivere questi luoghi. Il Fuorisalone 2020 ci servirà per raccogliere nuovi dati. Lo scopo è insinuarsi in nuove realtà, una diversa dall’altra. Così hanno sempre fatto i distretti. Facendo emergere le differenze si leggono nuove identità”.
Movimento, connessione e scambio
Per questo non temono l’allontanarsi dal significato del ternime. Utilizzato abitualmente per contraddistinguere aree più delimitiate, in questo caso vuole privilegiare l’aspetto identitario.
“abbiamo superato i limiti del concetto di dimensione, guardando al tessuto storico legato alla fabbrica di automobili che ha lasciato spazio a infrastrutture per lo svago e la mobilità. Il tunnel Gattamelata snellisce i traffico di viale Scarampo, l’arteria che porta alle autostrade collegando Milano all’Hinterland e al resto del nord Italia. Per questo motivo, movimento, connessione e scambio sono le parole chiave sulle quali si muove l’intero progetto Alpha District. In un certo senso abbiamo colto i suggerimenti del territorio.
Pensiero creativo per diffondere messaggi culturali
Presto per conoscere luoghi ed eventi. Il motore del distretto è alimentato da operazioni commerciali e sponsorizzazioni, non può che essere così. Foro Studio afferma altresì la cura dei contenuti e pensiero creativo per diffondere messaggi culturali attraverso percorsi tra vecchie e nuove architetture e spazi aperti. Azioni che mettono al centro la comunità e i suoi bisogni.
“volgiamo occupare questa parte di città coinvolgendo spazi residenziali privati, case laboratorio, studi di architettura e design, gli showroom legati all’automotive, ma anche l’Auditorium del Portello, i padiglioni di fieramilanocity, Garage Italia e Deposito Mele, uno spazio culturale tra i partner del distretto. Esposizioni, mostre, performance e installazioni open-air, consentiranno di mettere a fuoco le preferenze della collettività e di attingere a un bagaglio di informazioni costruito sulle relazioni umane. Questo ci fornirà una visione di lunga durata, consapevoli del fatto che per crescere dovremo pensare anche a eventuali cambiamenti”.
Il racconto inedito di una porzione di territorio
Alpha District inizia così la sua narrazione. Il racconto inedito di una porzione di territorio che trae impulso da innovazione, eccellenze architettoniche e brand internazionali. Un nuovo capitolo che aggiunge chilometri quadrati all’irrefrenabile espansione del Fuorisalone. Poco più che trentenne, è ancora troppo presto per smettere di crescere.